Wolf’s floW è il video dell’ultimo singolo estratto dall’album Damn maD (uscito ad agosto 2020) e che chiude un progetto realizzato da Mc Sof e Doc Ketamer, due artisti partenopei conosciutissimo anche all’estero. Abbiamo rivolto alcune domande a Doc Ketamer

Ciao Doc Ketamer e benvenuto. Come mai il singolo Wolf’s floW arriva per ultimo?!
In verità era il video che era stato girato per primo, infatti la neve è quella ad Amsterdam dell’anno scorso, ma è rimasto nel limbo per tutto questo tempo, perché mancavano le scene con Termanology e le cose con il Covid  sono andate sempre peggio e alla fine non siamo mai riusciti a portare casa le scene con Term. Siamo rimasti parecchio tempo, indecisi se farlo uscire lo stesso o meno. Finite tutte le cartucce degli altri video, abbiamo deciso di montarlo così com’era e proporlo lo stesso se non altro perché la traccia meritava!

Come è nata la collaborazione con Termanology? Magari ti va anche di dire qualcosa su di lui per il pubblico Italiano?
Mi sono offerto di aiutare Term con la logistica mentre era qui in tour, mentre lo scarrozzavo avanti e indietro tra hotel e appuntamenti, gli ho fatto vedere su youtube il nostro studio e gli ho messo la pulce nell’orecchio “se trovi un po’ di tempo libero tra una data e l’altra vieni a trovarci, potremmo lavorare a qualche collaborazione”; lui mi ha chiesto di sentire qualcosa che facevo, ed io in auto ho sempre un sacco di pezzi ancora “pre master” che mi sento sempre quando guido , perché magari voglio cambiare qualcosa all’ultimo momento . Lui é rimasto molto colpito e ha detto “your shit is tight!”. Poche ore dopo era già in studio che scriveva su uno dei miei beat. Ha composto e registrato in una giornata.

Come mai il pezzo si chiama così!? E di cosa parla? Che tema tratta? Che messaggio vuole trasmettere?
Noi il pezzo in verità l’abbiamo sempre chiamato Cold World per il ritornello che aveva scritto Term. Ahahah… Ma come al solito McSof cambia tutti i titoli in palindromi, è la sua fissazione! E dovreste chiederlo più a lui ma suppongo che veda il lupo come un animale invernale per cui il pezzo “un mondo freddo” è diventato “il flusso del lupo”, dovete lasciarvi andare un po’ alla poesia 😉

Raccontaci di come avete realizzato il video?
Domenico come sempre si è occupato del video che, a dir la verità, abbiamo girato proprio vicino casa mia perchè faceva troppo freddo ahahah. Siamo usciti di casa armati di Canon e drone e abbiamo portato a casa un po’ di scene prima di congelarci. Poi Domenico ha fatto la sua magia col montaggio 😉

Facendo un piccolo riassunto… quali sono stati i singoli scelti per promuovere il disco e perché?
Abbiamo iniziato da Damn maD ovviamente, perché quello e il più rappresentativo di tutto l’album, avendo persino lo stesso titolo, e un feat. con l’artista di punta della nostra etichetta che si trova oltreoceano: LordDigga. Poi è uscito Raw waR che invece era la traccia che chiudeva l’album e che rimane per me quella più elaborata a livello di produzione, dove scherzando dico volevamo essere i Pink Floyd. Quindi è stata la volta di Age megA, dove scherzando dico volevamo essere i Korn; per chiudere in bellezza con Wolf’s floW dove abbiamo un altro feat esaltante con Termanology, sempre per metter in chiaro che l’hiphop non conosce nazioni o confini, e per quanto mischiamo le lingue, il messaggio arriva lo stesso perché veicolato dalla musica.

Quando avete iniziato il disco che obiettivi vi siete dati? Cosa volevate ottenere?
Senz’altro il nostro obbiettivo è sempre stato dall’inizio alla fine quello di fare un buon disco con un buon sound, punto, né più, né meno. Tutto il resto è collaterale alla ricerca artistica.

Siete riusciti nel vostro intento? Pensate di aver raggiunto i goal o vi aspettavate risultati diversi!?
Beh, il momento in cui abbiamo chiuso il progetto è il momento che crediamo di aver raggiunto il risultato. ma non è detto che ci siamo riusciti; la parte finale di questo processo è l’interazione con gli ascoltatori , sono loro che alla fine con il play daranno senso a tutti i nostri sforzi.

Avete altri piani per promuovere il disco visto la situazione covid?
Hehe… stavamo pensando di buttarci pure noi nella bolgia degli streaming, ma vorrei trovare qualcosa di più originale, un nuovo format , nuovo concept, non le solite cose…

Ci sono altre novità che riguardano l’etichetta?
A breve dovrebbe uscire una collaborazione di Lord Digga con Big Ezo: Snapped – Brooklyn Boombapperry spero presto anche usciranno altri singoli con Mitra e ClaudiaClaire mentre ancora lunga la gestazione con i miei amici musicisti Mario Lo Castro ed Ernesto Randone per il progetto Kiss My Bass, che spero potrà prendere i giri una volta che la situazione per gli spostamenti migliorerà.

Ti lascio con una domanda più generica. Che futuro ha la musica se la situazione Covid non si sblocca?
E’ ormai da tempo, molto prima del covid, che stiamo vivendo questa trasformazione della fruizione della musica. E’ iniziata anche prima di Internet! E’ iniziata col walkman, e i ragazzini non sanno neanche più che cosa fosse. Ma allora è iniziato un processo importantissimo: la fruizione della musica come isolamento invece di aggregazione. Ma per parecchio tempo ancora sia l’isolamento che l’aggregazione sono coesistiti. Se dalle cuffie si è passati agli auricolari contemporaneamente si è passati dai ghetto blaster ai soundsystem. la crisi del covid ci ha fatto per la prima volta affrontare la fruizione della musica solo come isolamento, l’ultimo grido di aggregazione sono stati i cori dai balconi! In un cambiamento del genere come si dovrebbe porre un artista oggi? Dovrebbe combattere perché lo scopo della musica rimanga l’aggregazione? O dovrebbe cercare di capire quale sia il suo nuovo ruolo? Sono scelte che oserei dire ‘politiche’.

Secondo, ma non meno importante dilemma, fino ad oggi eravamo abituati a dire che c’era una “music industry” nella quale dovevi farti largo, per cui facevano senso tutti quegli “archetipi” del diventare famoso etc. La “music industry” era tale perché era capace di mantenere tutti quelli che lavoravano per lei. Ancora oggi tanti si affannano a capire qual è il nuovo panorama della “music industry” quali sono i nuovi ruoli cosa vuol dire oggi essere una label 2.0 o un plugger 2.0, ma non fanno altro che puntellare le rovine di quest’ultima. Essa infatti è un rudere e non può né mantenersi da sola, né mantenere i suoi collaboratori. e allora? Che senso ha lavorare in questo campo? Se non c’è più l’industria che può fare da mecenate per i suoi artisti e collaboratori chi lo farà? Ok avete trasformato quelli che erano artisti in brand e quelle che erano labels in multinazionali e con questo trucco e un po’ di merchandising, per un po’ ha funzionato… fino al covid. Ma dal covid in poi sono spariti anche gli eventi, si sono tirate via le ultime macerie… le gallinelle delle multinazionali non solo non fanno più le uova d’oro come nei 60/70 con le vendite di dischi, ma rischiano di non avere abbastanza neanche per il mangime. Insomma qua tocca ripensare tutto da capo, perché se fino ad ora avete preferito non mettervi in crisi, beh ora è la crisi. Ah e mi dispiace se pensavate che avessi le risposte!

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