Fuori venerdì 19 aprile, “LA GABBIA DEI BASSI”, il nuovo singolo di MIKE DEFUNTO prodotto da Pio Stefanini per l’etichetta Bonshakara.
“Nonostante lavorassi con Pio da più di un anno – dichiara Mike Defunto – e nonostante sia stato lui a spronarmi nel coltivare la mia attività da artista oltre a quella di produttore, ricordo che fu molto difficile convincerlo a produrre una canzone per me. Gli portavo due o tre canzoni a settimana ma non era mai convinto, mi diceva sempre di continuare a scrivere canzoni brutte. Un giorno riuscii finalmente a buttare giù un pezzo che lo convinse. Era un venerdì di dicembre e, il lunedì successivo eravamo in studio a fare la mia prima session da artista, la prima volta in cui non ero io il producer della situazione. Mi mise a scrivere e tirai fuori una canzone pessima.
Ricordo la sua faccia abbastanza delusa, e ia mia di conseguenza…. Ancora di più… a quel punto un “vabbè, riproviamo tra qualche giorno”. E dopo qualche giorno ci siamo ritrovati nuovamente in studio.
A quel punto, ho chiesto a Pio, di mettere un beat come voleva lui, senza che io gli dicessi niente. L’ho lasciato lavorare in libertà, e mentre girava rotelle e premeva tasti, il beat prendeva forma. Alle 16.00 di quel pomeriggio lui scappa a prendere il figlio a scuola e io, mi metto sul divano a scrivere.
Il divano dello studio di Pio si trova in un punto particolare dello studio, un angolo della stanza dove vibra tutto poiché risuonano particolarmente forti le frequenze più basse: la gabbia dei bassi –continua Mike. Al suo ritorno in studio, dopo un’oretta scarsa, avevo già scritto il testo. Glielo faccio sentire (erano circa le 17.00) e lui mi dice “yeah, ci siamo”.
Registriamo velocemente tutto per finire entro le 20, la nostra ora X di tutti i giorni.
Ci siamo ritrovati una seconda volta per finire di arrangiare il pezzo. In quella giornata gli ho chiesto più volte di poter cantare nuovamente il brano con più calma, ma la sua risposta che è stata sempre la stessa …..andava bene così, registrato sul momento cavalcando una vibe che non sarebbe più tornata nello stesso modo.
Questa canzone è nata di getto, da parte di entrambi, e così l’abbiamo voluta lasciare, spontanea e senza troppi ritocchi.
Ed è stata la prima volta da quando lavoriamo insieme che un pezzo ci convinceva davvero, e che quindi era più che adatto ad essere l’apripista del mio progetto.
Così è nata “La gabbia dei bassi”!
BIOGRAFIA
Sono Michele Poli, in arte Mike Defunto, e tutto ciò che so fare (e che faccio) è scrivere e produrre canzoni. Sono nato nel ’96 e ho vissuto per i primi 10 anni della mia vita nella periferia di Firenze, per poi traslocare a Borgo San Lorenzo.
La storia della mia vita, più che in capitoli, è quasi sempre stata divisa in band: ne ho avute molte e da ciascuna di esse ho imparato qualcosa che mi ha portato ad essere il musicista che sono adesso, oltre che a condividere qualcosa con altre persone. Il mio stesso nome d’arte deriva da quello dell’ultima (e più importante) band di cui ho fatto parte “Los Defuntos”.
Durante la mia adolescenza ero uno di quei ragazzini talmente insicuri da mostrare a tutti una sicurezza eccessiva, davvero poco credibile se ci ripenso ad oggi.
Non ero molto bravo a stare con gli altri e questo mi ha portato a passare la maggior parte del mio tempo da solo.
Da qui, l’esigenza di mettermi in gioco si faceva impossibile da trascurare, e l’unico modo che conoscevo per farlo era tramite delle canzoni e quindi con la musica, l’unica cosa nella quale mi sentivo bravo davvero nonostante la mia allora scarsa autostima.
Ho sempre avuto un rapporto morboso con la musica, quasi di dipendenza ossessiva, in quanto è sempre stata un elemento bilanciante per me. Ho iniziato a suonare a 6 anni, la tromba. Ho suonato molti strumenti fino all’età di 18 anni, fino a giungere alla conclusione che il più adatto a me era quello che li poteva includere tutti, ovvero il computer. E da lì in poi la scelta di iniziare a produrre musica è stata naturale, ma anche quasi necessaria.
Ho sempre scritto canzoni dall’età di 11 anni, più per sfogo che per pubblicarle. Ricordo che le scrivevo e pochi giorni dopo buttavo pagine e pagine nel cestino. Avrei scoperto solo anni dopo che mia madre raccoglieva ogni volta quei testi dalla spazzatura e li teneva nascosti tutti insieme, sapendo che se li avessi trovati li avrei buttati nuovamente via.
In un momento difficile della mia vita, verso la fine del 2017, ho conosciuto Pio Stefanini: sono andato fino al suo studio e gli ho chiesto di insegnarmi a fare il produttore. Mi ha ospitato ogni giorno nello studio, dandomi la possibilità di imparare da lui e di mettermi alla prova in un un contesto diverso dalla sala prove a cui ero abituato: un ambiente professionale insomma.
Ma questa esperienza mi ha dato anche la possibilità di conoscere Lorenzo (Zic) e di coltivare un bellissimo rapporto, umano e professionale, con queste due persone, che tutt’oggi continua più vivo che mai. Rapporto che alla fine, grazie anche all’arrivo di Leti nella nostra squadra, si è concretizzato con la nascita dei Bonshakara, una tribù che dà un’identità a tutti noi permettendoci comunque di essere noi stessi e valorizzando le personalità dei singoli.