“Malverde” è il nuovo album di Disme, disponibile in streaming su Spotify e su tutti i digital store, fuori per Golpe e distribuito da Believe Digital.
A due anni di distanza da “Mala Vita”, e dopo diverse collaborazioni nell’ultimo anno – “RIOT” di Izi, “Vita Vera Mixtape” di Tedua, “Che io ci aiuti” di Bresh – il rapper originario di La Spezia è pronto a tornare con un progetto personale, un disco che va a chiudere la trilogia iniziata agli esordi della sua carriera, nel 2016, con “Vivo Male”. “Malverde” è il disco della maturazione di Disme, che dopo anni di lavoro, è pronto a reclamare la sua posizione nella scena rap italiana, sulla scia dei colleghi e amici che l’hanno preceduto negli ultimi anni. Disme è infatti parte di Drilliguria, movimento che negli ultimi anni ha lasciato un segno decisivo nella storia recente del genere nel nostro paese, e l’artista classe ’93 è parte integrante di questa storia. Non è un caso che le poche collaborazioni contenute in “Malverde” arrivino proprio da lì: a partire dalle produzioni – firmate da Shune, Andrews Right, Chris Nolan e Nebbia -, fino ai featuring – Tedua, Dani Faiv e Bresh -, centellinati in virtù della natura del disco, molto personale e introspettiva.
“Malverde” è il racconto di un ventisettenne cresciuto in un ambiente difficile, che ha visto nella musica prima una valvola di sfogo, poi un’ancora di salvezza, e poi il mezzo per uscire da quei contesti e cambiare la propria vita. Il titolo stesso, “Malverde”, riprende il cognome di Jesus Malverde, figura di spicco della cultura folkloristica colombiana, venerato come un santo dai Narcos. Non si tratta di un omaggio a quello stile di vita e a quel mondo, ma piuttosto di una metafora: se la malavita e la criminalità possono essere una delle risposte al crescere in alcuni contesti, al vivere male, la musica può essere l’alternativa, e Disme ribadisce lungo tutto il disco l’importanza di questa scelta. Lo fa su sonorità variegate: “Malverde” è un disco profondamente rap, ma anche un manifesto delle capacità e della creatività dell’artista. Shune e il resto dei producer presenti hanno dato vita ad un tappeto sonoro omogeneo, ma variegato. Gli echi della scuola cantautoriale genovese fanno capolino a livello di sonorità, ma si amalgamano a sonorità drill, trap, pop. Le liriche di Disme si sviluppano come un fiume in piena, un flusso di coscienza fortemente emotivo – emozioni che sono sia positive che negative -, esaltato al meglio dalle strumentali che lo accompagnano.