1 – Ci dici brevemente qualcosa di te dal punto di vista artistico? Quando ti sei approcciato al rap?

Ciao a tutti! Ho 27 anni e mi sono approcciato a questa musica, circa 15 anni fa. Ho iniziato a scrivere le prime rime una decina di anni fa, facevo parte di una piccola crew, Royal Family, della periferia a nord di Milano. Quando la crew si è sciolta mi sono trovato “solo” con la mia passione, per fortuna ho incontrato il produttore e rapper palermitano Spillo e iniziato a registrare nel suo studio, mii ha aiutato tantissimo e ho iniziato un percorso solista nel 2015. Negli anni ho pubblicato un mixtape, un EP e un album di musica e fotografia… e ora eccomi qui!

2 – Questo disco é il tuo primo disco ufficiale. Come mai l’hai chiamato Agonismo?

Si è il mio primo disco ufficiale! Spesso la mia musica negli anni è stata considerata amatoriale, non tutti mi hanno preso sul serio. Io ho però un temperamento agonistico, voglio fare tutto al 100% e anche la musica. La musica non è il mio lavoro, ma ciò non toglie che la tratto con estrema precisione e professionalità perché io sono così. Per intenderci non sono qui a giocare il concetto di Agonismo è proprio questo. Il titolo non è quindi legato direttamente ai contenuti, che sono anche conscious e “rilassati” a tratti, ma a un mio modo di vivere dando il massimo stando a testa alta in questa vita comunque complicata: spero che questo possa trasparire dall’ascolto dell’album. In questo disco ho tentato di fare un upgrade, curando ancora di più il prodotto, la ricerca dei suoni, la scelta dei featuring, lavorando per non sfigurare, e la postproduzione.

3 – Domanda obbligatoria! Come é nato il pezzo con Rayden?

Io Rayden l’avevo già incontrato a una serata dei OneMic a Paderno Dugnano, ero piccolissimo forse non avevo ancora mai scritto una rima e lui sicuramente non può ricordarsi di me, lui aveva una felpa bianca con il cappuccio. Mi ricordo però che gli avevo fatto delle domande (come diremmo a Milano l’avevo asciugato) ed ero rimasto colpitissimo dalla sua naturale gentilezza e dalla totale mancanza di qualsiasi sovrastruttura. Quando ho messo giù le idee per il disco mi è venuto in mente che sarebbe stato pazzesco averlo, e molto semplicemente, senza niente da perdere, gli ho scritto sulla pagina Facebook, trovandolo subito gentilissimo e interessato al progetto. Io e DJ Telaviv abbiamo quindi preparato e inviato a Torino le mie barre e Rayden ha davvero fatto uno strofone secondo me. Ero a sciare con mio papà e mi è arrivata una strofa di Rayden, robe da pazzi. Sono orgogliosissimo! Sono un amante di questo tipo di rap e lo ritengo un grandissimo artista.

4 – Qual é il pezzo a cui tieni di più?

Bella domanda, molto difficile. Ti rispondo con Life! Ero in un momento complicatissimo della mia vita e sento questo beat clamoroso di Daniel Mendoza e dico, toh: faccio un disco! Ho una menzione anche per Dolores, story telling che racconta la vita di Dolores O’Riordan, la mia cantante preferita, mi vengono i brividi ogni volta che la sento.

 

5 – Ho notato che per il momento non é uscito nessun video del disco. E’ stato a causa del Covid? Hai idea di far uscire qualcosa?

Bella osservazione, sono contento venga notata questa cosa! Onestamente no, non è uscito nessun video perché sono un po’ stufo di questo mondo dove la musica ormai è tanta immagine e poco ascolto. Volevo mettere al centro l’esperienza dell’ascolto. In più mi sentivo pronto e non volevo fare invecchiare le tracce nell’hard disc. In futuro vorrei fare almeno un video di questo disco, si! Non ho niente contro i video, anzi, ma mi interessava che il primo impatto fosse legato solo al senso dell’udito! Per concludere noto una grande difficoltà delle nuove generazioni a percepire un disco come un blocco unico, ma un disco è un blocco unico, almeno secondo me, con diverse facce legate tra di loro.


6 – A proposito di Covid … come stai vivendo questo periodo?

Abbastanza bene, per quanto possibile ovviamente! Ho vissuto sicuramente peggio lo scorso lockdown. Il momento è molto difficile e mi fa male vedere il mondo che soffre. Ho reagito secondo le mie possibilità in maniera “agonistica” raddoppiando l’impegno in tutto ciò che faccio, dall’attività fisica, alla cura del corpo e della mente, ai rapporti con gli amici e i familiari. Mi sono appena laureato, tra poco inizierò un master e nel frattempo ho trovato lavoro come shopper, faccio e consegno la spesa. Sono per natura iperattivo e se devo stare a casa come un animale in gabbia preferisco rendermi utile fuori, ovviamente con le massime precauzioni.


7 – Torno un attimo al disco, quali credi che siano I punti di forza dell’album? Senza fare il modesto tanto poi arrivo alla domanda più difficile!

Ahahah bene, penso che il punto di forza dell’album sia la sua autenticità, chi mi conosce sa come sono fatto e penso possa ritrovarmi nei miei testi, questo per me è l’orgoglio più grande, l’unica cosa su cui non farò mai compromessi. Penso inoltre sia un album molto vario, sia come sonorità che come tematiche e che abbia featuring ben inseriti e con rapper molto forti. Secondo me poi racconta storie, ho cercato di non essere troppo autoreferenziale (per noi rapper è difficilissimo), volevo fare un album per tutti!

Penso che un grande punto di forza sia però l’esperienza e il coinvolgimento di DJ Telaviv che mi ha aiutato tantissimo! Ne approfitto per salutarlo.

8 – Quali sono invece i difetti? O le cose che cambieresti? O le cose in cui puoi migliorare?

Cambierei direi niente, non perché sia perfetto anzi, ma perché ci sono ancora troppo dentro per rendermene conto, tra qualche mese potrò avere un occhio più critico. In generale l’approccio è stato molto cerebrale, ogni cosa è stata pensata, valutata, rivalutata e rivalutata ancora. Penso in generale di poter ancora migliorare moltissimo il flow e l’interpretazione dei testi, è una sfida difficile ma affascinante. Penso anche di dover ancora molto migliorare nei brani con l’autotune o comunque canticchiati, mi sento ancora poco naturale, fuori dalla comfort zone e un po’ ingessato, mi allenerò con agonismo! Credo inoltre che la grande mancanza del disco sia il non avere un ritornello femminile: abbiamo provato ad averlo, era prevista un’altra traccia, ma non siamo riusciti, anche per il Covid.

9 – Domanda furba. Fatti una domanda su qualunque argomento anche non di musica e datti la risposta!!!

Oh mamma mia ahahah, ti sembrerà assurdo ma mi sono sempre chiesto: “sono davvero un bel ragazzo come dicono nonna e mamma?” Risposta matura da ragazzo di 27 anni: “penso che loro siano di parte, ma di avere sicuramente un viso particolare!” Ho dei lineamenti strani, che però non cambierei assolutamente, ne parlo anche in Camicia & Flow: la storia dei miei antenati è in parte misteriosa. La mamma mi ha trasmesso una grande sicurezza nei miei mezzi che unita al mio essere naturalmente autocritico e umile mi aiuta molto anche nella musica!

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