È uscito oggi “Buio”, il nuovo di singolo di Ghendo (Tulipani nel Bronx/Artist First).

“Buio rappresenta un viaggio che si spinge fino agli angoli più remoti della mente dell’artista. Le strofe rap, malinconiche e sincere, si alternano ad un ritornello sognante e cupo, arricchito da un giro di chitarra profondo ed emotivo. È introspezione allo stato puro, una necessità personale e artistica.”

Abbiamo intercettato il rapper toscano classe ’94 per fargli qualche domanda sulla sua ultima pubblicazione.

Ciao Ghendo, ci racconti chi sei e cosa c’è prima di “Buio”, il tuo ultimo singolo?

Ciao, sono un rapper toscano, classe ’94, della provincia di Pistoia. La musica accompagna la mia vita da sempre, ma ho deciso di fare questo passo nel 2018. Ho pubblicato “Forma Mentis EP” tra fine 2020 e metà 2021, in veste di singoli con un filo conduttore dettato dalle tematiche sociali e dal suono cupo. Nel frattempo sono entrato nel roster dell’etichetta discografica Tulipani nel Bronx, che ha creduto subito nel mio progetto, appoggiando ogni mia scelta artistica. Dopodiché sono usciti due singoli, “Soli” e “Confessioni”, che si sono discostati da “Forma Mentis” creando un immaginario più riflessivo e personale. Infine ho collaborato con Melissa Bruschi al singolo crossover “Falling to Pieces”, che ritorna su tematiche sociali grazie anche ad un sound più duro.

Adesso, con “Buio”, punto a continuare il viaggio dei singoli “Soli” e “Confessioni”, arricchendo la loro narrazione personale con nuove riflessioni.

Quali sono le influenze dietro questo brano e ti ricordi il momento, se c’è, che ha definito l’ispirazione di questa canzone?

Il pezzo nasce durante il secondo lockdown, in un momento di difficoltà collettiva. Ho cercato di riversare in questo pezzo la negatività che mi attraversava, per raccontare il mio punto di vista e per dare voce a chiunque fosse nella mia stessa situazione. A livello musicale sono stato influenzato molto da XXXTentacion, Kid Cudi, The Weekend e anche altri artisti internazionali.

Se dovessi definirti come artista con tre aggettivi quali sarebbero?

Bella domanda. Penso che sceglierei introspettivo, versatile, tecnico.

Quanto c’è di autobiografico in quello che scrivi?

Tutto. Non mi sono mai inventato nulla, non ne ho bisogno.

Ho molto da raccontare.

Come vedi la scena rap in Italia negli ultimi anni?

La scena rap è riuscita a capire, prima di altri movimenti, l’importanza dei social network e del marketing. Ormai in Italia il rap è un genere musicale affermato tanto quanto il pop.  Il merito va dato agli artisti e a tutti gli addetti ai lavori che negli ultimi 10 anni sono riusciti a coinvolgere un pubblico sempre maggiore. Credo che il rap, in ogni sua forma, resterà a lungo protagonista delle classifiche.

Ci saranno altri singoli nei prossimi mesi?

Assolutamente sì, ho molta musica in lavorazione. Ci saranno molte sorprese!

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