“TUTTA COLPA DI SPENDER” è il nuovo album di Spender, disponibile da oggi in streaming su Spotify e su tutte le piattaforme digitali.

Anticipato dai singoli “Politicamente Corretto”, “Cattiva”, “Birthday Song” e “8 MARZO”, dopo i banger di successo “Bowling” e “Don’t Do That”, “TUTTA COLPA DI SPENDER” è il primo progetto ufficiale di Spender, un manifesto della sua musica, del suo amore sconfinato per il rap, e in particolare per un certo tipo di rap: quello provocatorio, irriverente, sfrontato, che si preoccupa poco delle conseguenze ma che non lesina spunti di riflessione interessanti.

Figlio delle influenze di nomi quali Eminem, Fabri Fibra e Guè, il rapper romano in “TUTTA COLPA DI SPENDER” gioca con i luoghi comuni, con la provocazione borderline, con tematiche sensibili e crociate sociali e politiche, ribaltando spesso la prospettiva sino all’estremo. Nei suoi testi non esistono tabù, né dal punto di vista del lessico né delle tematiche: la libertà d’espressione è infatti il diritto più caro per Spender, che lo professa anche e soprattutto come auspicio nei confronti dei propri fan. Una libertà assoluta della persona, da tutti i punti di vista – espressivo, sessuale, personale -, che si riversa nei suoi testi come un fiume in piena, culminando con un’assunzione di responsabilità inequivocabile nell’outro “Le colpe di Dio”.

Prodotto interamente da Mothz, con produzioni aggiuntive di Gumma Vybz, Astro Centauri e Kem Gagune, al microfono Spender è affiancato da poche collaborazioni, ma mirate, figlie di un rapporto personale che precede quello musicale: Zyrtck in “Boom Boom Boom”, Young Hash in “OnlyFans”, INCE in “La Macchina Del Capo” e Frittella in “Birthday Song”.

“TUTTA COLPA DI SPENDER” è un disco che, dietro la provocazione immediata in grado di infiammare il moralista becero, nasconde punti di vista forti, che ruotano intorno al concetto di libertà. Lo fa rappando su un ventaglio di produzioni ampio, che vanno da strumentali dallo stampo più classico ad altre che sono banger da club, passando per sonorità trap e momenti quasi latineggianti.

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